domenica 23 ottobre 2016

Ciao Ambra.

Dedico questa poesia ad Ambra che ho conosciuto personalmente in un incontro blogger.
Ad Ambra che ora non c'è più, che se ne andata. Ambra che in poco tempo ho apprezzato. 
Ogni tanto il mio pensiero va a te cara Ambra. 


Ambra ed io a Verona


Autunno.

Autunno. Morire, come le foglie
in attesa di tempi migliori.
La vita sa togliere il fiato se gliene dai modo.
Autunno. Esplodere, di colore
e di pensiero.
Il ricordo ferisce ma è da lì che si rinasce.
Autunno. Spogliarsi, come alberi
dell’identità e della consapevolezza.
Il dubbio è alimento primo della coscienza.
Sono d’autunno una donna
ogni volta nuova.
Muoio e puntualmente rinasco.
Smetto di riconoscermi,
mi odio, mi tormento
e lo faccio fino a ritrovarmi.
Metamorfosi, mutamento, trasformazione, evoluzione.
Ho bisogno dell’autunno,
di questo dolce morire,
di questo smettere di sentire,
per ritornare infine e ancora
….ad Essere.

Anna Pianura


domenica 16 ottobre 2016

lunedì 10 ottobre 2016

Il mondo sta cambiando e questo esodo è inesorabile, dobbiamo metterci il cuore in pace e imparare a conviverci.


 


 

In risposta ai tanti commenti contro i profughi che rovistano nell'immondizia del mio paese.

Non credo che sia la cosa più grave vederli rovistare nei bidoni dell'immondizia, non credo che a loro piaccia farlo. Quando vedete queste persone pensate che sono lontani dai loro cari, molti probabilmente hanno visto morire genitori, sorelle e fratelli, forse sono stati torturati, hanno perso la loro casa, la loro sicurezza e non hanno visto altra scelta che scappare, forse spinti anche dai pochi parenti, ormai anziani, rimasti nel paese in guerra.

Non necessariamente sono degli ignoranti e magari molti hanno anche delle professionalità. Invece mi chiedo, visto che le cooperative prendono i soldi, come mai questi sono costretti a cercarsi i vestiti e altri oggetti in giro, come mai chiedono del cibo. 

Ho guardato negli occhi di alcuni di questi e ho visto la disperazione. 

Non dovrebbero mangiare alla mensa della cooperativa? Chi è peggio? Chi prende i soldi per arricchirsi o chi cerca di barcamenarsi in qualche maniera? Ho visto anche italiani e anziani cercare nell'immondizia ma in quel caso sembra si sopporti.

 


 

Mi fanno pena tutti e anche se la vita non è facile per nessuno in questi ultimi anni, sento di essere fortunata ad avere qualcuno a cui raccontare le mie cose, a cui appoggiarmi ogni tanto e viceversa, ad avere una casa dove dormire e scaldarmi.

Non sono questi ragazzi i nostri nemici ma chi ci instilla paura, odio e avversione. Vivo in questo paese e ad oggi nessun profugo mi ha disturbato, importunato, ovviamente ogni tanto chiedono soldi. A volte si dovrebbe avere una veduta più ampia, purtroppo le continue guerre portano a questo e nessun governo fa niente perché smettano di fare la guerra nei loro paesi.

Questi ragazzi sono dei poveracci, senza niente e senza affetti. Ridicolo ricordare che hanno il cellulare, che abbiano almeno quello per comunicare con chi è rimasto nei loro paese e altri amici.

Voi scambiereste la vostra vita e la vostra famiglia per un cellulare? Io no! Il problema non è facile da risolvere, devono essere le istituzioni che dovranno predisporre situazioni perché non si creino situazioni di conflitto.

Il mondo sta cambiando, tutto si trasforma e questo esodo è inesorabile e dobbiamo metterci il cuore in pace e imparare a conviverci. Chi lo fa prima, vive meglio. 

Cristina 

 

Tutte le foto sono state prese dal Web. Chi fosse contrario alla loro pubblicazione o voglia che scriva il suo nome sotto la foto lo chieda tramite un commento qui sotto. Grazie per la concessione.

domenica 2 ottobre 2016

L’anziano va amato.






L’anziano va amato perché passa un periodo 
che solo l’amore dei suoi cari dà ancora senso alla sua vita.

L’anziano non và criticato in continuazione, 
perché dopo una vita spesa per gli altri, per la sua famiglia in particolare,
ha il diritto di difendere le sue idee, il suo modo di vedere le cose.

L’anziano và preso in considerazione sempre, 
perché ha tanta esperienza accumulata che può ancora essere utile, 
i giovani trarne vantaggi e facilitazioni nel svolgere le proprie mansioni.

L’anziano non si aspetta tanto, ma un sorriso, una buona parola, 
una carezza costa niente e lo fa sentire più accettato e sereno.

Spazzare via la paura dell’anziano è un dovere: paura di ammalarsi, 
paura di non essere più autosufficiente, paura che la società lo respinga, 
visto che non è più attivo e coinvolto.

L’anziano è fonte di tante cose, parlate con lui e scoprite un mondo, 
il vostro passato, che sarebbe un peccato non avere mai conosciuto.

L’anziano è il più grande e prezioso monumento che la vita ci dà 
e non si può mai cancellare perché l’anziano vive nelle future generazioni.


Edith Bauer